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Tratto peculiare del mecenatismo del penultimo granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici (Firenze 1642- 1723), le commissioni sacre ne segnarono l'intera esistenza sostanziandosi in patrocini importanti che portarono il sovrano ad elargire generose elemosine per il restauro di vetusti edifici esistenti o di nuova fondazione, a commissionare preziosi contenitori necessari a conservare e valorizzare rare e ambite reliquie, così come ad ordinare serie di dipinti destinate a primari luoghi di culto, non soltanto toscani. Di tante di queste iniziative (la più parte sconosciute) che ebbero, come esito, la produzione di significative opere d'arte, si dà ragione in questo libretto nella consapevolezza che tali decisioni sovrane furono sì mosse da una religiosità profonda e partecipata, esemplare del carattere del principe ed esternata con la pompa e la 'visibilità' tipiche del periodo, qualificandosi tuttavia anche funzionali ad accreditare, agli occhi del popolo, i propri meriti quale 'primo credente' dello Stato, esempio di virtù e rettitudine morale, e di affezione alla Chiesa, prerogative imprescindibili per un sovrano cattolico della fine del XVII secolo